Torniamo ad innamorarci

È vero! Troppe volte il buio della storia ci prende e ci sgomenta, il Vangelo ci sollecita a non maledire il buio ma ad accendere, anzi, a diventare Luce. Di fronte ai troppi esempi di insipienza e di banalità del vivere, il Vangelo ci sollecita ad essere Sale.  La Luce e il Sale sono i due segni che caratterizzano l’inizio del vivere da credenti, vivere da battezzati: uomini e donne illuminati dalla presenza di Cristo nella propria vita, resi custodi dei beni che valgono attraverso il sapore di Cristo in noi. 

Io sento che, a volte, la mia vita non sa di niente; non ha né sapore, né valore, è un tirare a campare senza gioia e senza entusiasmo; fragilità e limiti dell’essere umano. In questi momenti che non sono i migliori, Gesù si offre come Nutrimento, come Luce e come Sale perché la vita e il vivere siano pieni di senso e di valore, siano dono e benedizione.

Tempi non facili i nostri! Ma i tempi non sono mai stati facili per chi ha vissuto veramente e pienamente la propria storia e la propria strada. Le nostalgie di un passato facile e meraviglioso non sono cose serie, sono fughe dalla realtà. Basterebbe andare a scoprire come lavoravano i nostri padri e le nostre madri, la povertà e la precarietà, la scarsità di beni, la difficoltà di mandare a scuola i figli o di provvedere alla salute dei vecchi e dei malati.

Ma in famiglia ci si amava di più, e tra le persone c’era più rispetto! Ma è proprio vero? Papa Francesco ci parla spesso della Chiesa, della comunità dei credenti come ospedale da campo; in un tempo in cui abbondano le fatiche e non mancano le ferite. Nei tempi di prova e di lotta, ci si imbatte spesso in persone ferite, sangue, sporco, piaghe, anche con bestemmie; non siamo chiamati a giudicare ma a prenderci cura di tutti.

Siamo chiamati a sognare una Chiesa, una Comunità di credenti capaci di condividere il pane e la fatica, capaci di ascoltare il lamento e di curare le ferite del corpo e dell’anima; una Chiesa sempre autorevole e mai autoritaria, capaci di misericordia; una Comunità di credenti dove gli unici principi non negoziabili per cui lottare non sono le dottrine, per quanto vere e sante, ma la vita e la dignità di ogni persona.

Il Vangelo ci educa a vivere da innamorati. Si amici!  Torniamo ad innamorarci di questo tempo che è il nostro. Di questa storia che è la nostra storia e di questo Paese che è il nostro Paese. Liberiamoci dal cancro dell’indifferenza e dell’egoismo, torniamo ad impegnarci, a sentire nostre le fatiche e le speranze del prossimo, torniamo a prenderci cura delle paure degli anziani e dei fragili e dei sogni e dei progetti dei nostri figli e dei nostri nipoti, non camminiamo rivolti al passato, abbiamo fede e fiducia in un futuro che il Signore ci affida.

Questo nostro tempo, veramente ha bisogno di una Chiesa e di una Comunità di credenti che sappiano farsi samaritani. Consapevoli che una fede autentica, che credere veramente in Gesù Cristo, comporta sempre il desiderio e l’impegno di rendere diverso e migliore il mondo in cui viviamo; perché questo mondo e questo sistema a Lui, il Signore Gesù, hanno regalato una croce su cui essere inchiodato.

Dunque questo mondo va cambiato, va reso migliore, più giusto e meno violento, in questo mondo dobbiamo far germogliare l’equità; non può essere giusto e buono un mondo dove 

Il 5 % dei suoi abitanti possiede oltre 60% delle risorse disponibili del pianeta. Dobbiamo, amici! Dobbiamo chiederci cosa significa per noi l’invito e il compito che il Signore ci affida di essere SALE, di essere LUCE, di rendere meno oscuro e meno insignificante il nostro vivere.

Se davvero amiamo i nostri figli e i nostri nipoti e sogniamo di costruire per loro un mondo più pacificato e giusto, dobbiamo prendere atto che questo sistema uccide, questo sistema giusto non è, fino a quando ci sarà qualcuno, magari un disperato, che  grida verso il cielo, che è meglio nascere CANE in Europa che UOMO in Africa.  Non ci sarà mai veramente la pace! Perché manca la giustizia, manca l’equità.

Il primo atto di conversione, per avvicinarci a Dio, ce lo annuncia Isaia:” se vesti chi è nudo, se introduci in casa il misero, se condividi il pane con l’affamati, se restituisci libertà e dignità all’oppresso, allora la tua ferità si rimarginerà e la luce di Dio brillerà su di te, tu stesso sarai luce che illumina il cammino… e impareremo veramente ad accogliere, custodire, amare la vita, sempre e non a parole ma nei fatti, concretamente, come cittadini e come credenti in Cristo “.

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