Quante volte facciamo questa domanda al prete: posso fare la comunione? Vorrei condividere con voi, amici carissimi, questa riflessione che ci prepara alla imminente primavera, alla Pasqua che sta arrivando e, lo farei invitando me stesso e voi a leggere Luca 19, 1 – 10.
Mi ha sempre affascinato l’idea che Gesù ami e preferisca le persone sbagliate, come Zaccheo, la peccatrice, i pubblicani, il ladrone e tanti altri, uomini e donne dalla vita complessa, faticosa, sbagliata; mentre pare essere indifferente verso i rigorosi osservanti della legge del tempo. Ed è logico e naturale, per noi, chiederci il perché?
Credo che questo ci riveli anzitutto una verità che vale per tutti noi, perché tutti possiamo sbagliare, perché tutti abbiamo sbagliato, anche più di una volta; ed è solo per grazia di Dio se siamo dove siamo e non altrove. Perché a tutti noi sarebbe potuto succedere di tutto, di avere storie di vita disperse e difficili. Chi di noi non ha sbagliato o rischiato di sbagliare. Quante volte per grazia di Dio ci è andata bene …
Dinanzi a Dio siamo tutti precari, peccatori, bisognosi di misericordia. Questo non lo accettiamo sempre con serenità. Il Vangelo ce lo ricorda, non per deprimerci, ma per risollevarci tutti e a tutti ripetere le parole di Gesù a Zaccheo, come se il Signore passandoci accanto e chiamandoci per nome ci dicesse: Zaccheo, Elena, Massimo, Simone, Veronica, Martina, Marco … posso venire a casa tua?
Padre … posso fare la comunione? Il desiderio di comunione deve esprimere anzitutto il desiderio desiderato che Dio venga ad abitare la mia vita, venga ad abitare la mia mente e la mia anima liberandomi da tutte le paure che mi ingombrano e rattristano, che Dio venga ad abitare il cuore e la mia fame di amore guarendomi da tutte le fatiche e le ferite che mi porto addosso. Che il Signore abiti la mia vita liberandomi da pigrizie, risentimenti e mediocrità facendo di me, finalmente una donna, un uomo generoso e profondamente umano, con me stesso e con gli altri.
Ecco amici. La Pasqua ormai vicina ci porti ad incontrare il Signore Gesù che entra nella nostra Città, che non scappa dai problemi, che non si lascia sconfiggere dai rifiuti e nemmeno dagli oltraggi. Un Signore Gesù che si fa vicino a tutti e ad ognuno, e a tutti e ad ognuno tende la sua mano, ai piccoli e ai grandi e a nessuno guarda dall’alto in basso perché vuole guardarci negli occhi con tenerezza, e allora si fa piccolo, fino ad inginocchiarsi, come quella sera che decise di lavarci i piedi, di profumarceli e di baciarceli.
Ricordiamo se nella nostra vita c’è stato un momento in cui il Signore ci si è fatto vicino, si è chinato su di noi, ci ha lavato i piedi, ci ha asciugato le lacrime, ci ha abbracciato la vita e ci ha chiesto, chiamandoci per nome: … posso venire a casa tua?
Se riconosciamo che Dio ci ha cercato, qualunque sia il nostro cammino, la risposta alla domanda: posso fare la comunione? È sì. Scoprire con infinita gioia che Gesù viene a noi non per premiarci della nostra bontà ma a darci la possibilità di fare della nostra vita e della nostra storia, veramente e finalmente qualcosa di bello, di buono, di grande, di autenticamente e preziosamente umano.
Allora veramente possiamo riconciliarci anche con la nostra precarietà e con la povertà sincera della nostra piccola preghiera. E la Comunione non sarà più un rito benevolmente religioso ma un atto di Fede che ci cambia la vita e,faremo, finalmente PASQUA!