Oggi leggiamo il Vangelo che ci riporta il manifesto programmatico di Gesù, le Beatitudini. Un messaggio politicamente scorretto, decisamente contromano, controvento, contro logica. Perché mai Gesù fa un annuncio così contro? A chi sta parlando il Signore?
Gesù si rivolge ad una umanità provata, ferita, stanca, povera e sottomessa, almeno queste erano le persone che accorrevano a Lui per ascoltarlo e riaccende in loro un desiderio, un bisogno, forse una nostalgia prepotente di un mondo diverso, di un modo diverso di stare al mondo; parla di bontà, di pane e dignità condivisi fra tutti e per tutti, parla di non violenza, di costruttori di pace, di uomini e donne affamati di verità, assetati di giustizia, capaci di rapporti sinceri, abitati da cuori puliti e non ingannevoli . . . .
Anche noi siamo affascinati da questo messaggio, così diverso, così strano, così fuori dal mondo e dalle logiche di chi lo governa, di chi cerca di dominarlo, di chi promette ciò che mai manterrà; e però, appena usciamo di chiesa diciamo a noi stessi:” ora che abbiamo fatto la cosa buona di venire a messa, torniamo con i piedi per terra”.
Si amici. Torniamo con i piedi per terra, ma la terra non vuol dire fango, non vuol dire sporcizia, non vuol dire infamia. Abitare la terra vuol dire realizzarci come uomini e come donne capaci di vera umanità; e non è proprio ciò che il mondo ci offre. Torniamo con i piedi per terra per renderla migliore.
Le Beatitudini proposte da Gesù affermano una verità grandiosa e necessaria:” C’è un Dio che si prende a cuore il bene e la felicità nostra”. I poveri ci sono, come ci sono quelli che piangono, come ci sono gli oppressi e i diseredati, come ci sono i sofferenti e i calpestati dalla vita e dalla storia, queste miserie non le ha inventate il Signore e, neppure dice che sono cose buone, anzi, sono il male che tutti siamo chiamati ad eliminare.
Il Signore ci dice che le povertà come le ingiustizie, le oppressioni come le malattie sono i segni di una umanità certamente fragile ma anche di un sistema divenuto vorace e disumanizzato e disumanizzante, un sistema che ha tradito, di fatto, il sogno di Dio, e Gesù viene ad offrire un rimedio, una guarigione, un cambiamento di rotta.
Cari amici, non dobbiamo stupirci che Gesù sia stato crocifisso dai potenti e dai prepotenti del suo tempo! Semmai meravigliamoci che i potenti di allora e i prepotenti di sempre lo abbiano lasciato agire così tanto prima di assassinarlo come un malfattore.
Gesù, la Parola eterna del Padre, è venuto e continua a venire in mezzo a questa umanità e dice ai suoi discepoli di allora e di sempre, a quanti oggi lo ascoltano, che la logica di questo mondo deve cambiare. Viene a dirci che la povertà può essere sconfitta e i poveri liberati se ci sono uomini e donne disposti, per amore e soltanto per amore a non vivere per diventare sempre più ricchi e più voraci, ma a divenire veramente dei signori.
Come? Condividendo con signorilità ciò che hanno, ciò che sanno, ciò che sono con i meno fortunati. Gesù non parla semplicemente di singole persone ma di intere comunità. È preziosa la scelta del singolo ma è necessario che le comunità, i popoli, si convertano a uno stile di vita più giusto, con maggiore equità nella condivisione dei beni.
Non è secondo il sogno di Dio ma neppure un bene per nessuno se – dati Oxfam 2023. il 5% dei più ricchi possiedono, di fatto, oltre il 60% dei beni disponibili sul Pianeta. Se i potenti e gli intelligenti riescono ad arricchire anche con le pandemie, le siccità e le guerra. Gesù ci ricorda che i BENI da condividere sono certamente il denaro, ma anche la scienza, la cultura, la ricerca, la fraternità e la dignità umana. Tutto questo dobbiamo imparare a condividere. Se veramente vogliamo un mondo migliore, perché senza equità e senza giustizia non ci può essere amore e neppure pace.
E annuncia il Signore che Dio regala vita a chi produce umanità vera e fraternità sincera; che un altro modo di essere umani e di stare al mondo è possibile, dove la pace è un bene riconosciuto per tutti, una pace che porta con sé giustizia, verità, cuori sinceri e sguardi puliti, e ci insegna il Signore che la storia e questo mondo non saranno dei potenti o dei prepotenti e neppure dei più scaltri o più mafiosi, ma il mondo e la storia sono di chi li sa rendere migliori e meno ingiusti.
I Signori non sono necessariamente donne e uomini perfetti. Sono aperti al dono dello Spirito Santo, sanno guardare negli occhi il prossimo con dignitosa fierezza, sanno ascoltare il canto dell’innamorato e del sognatore, come sanno ascoltare il pianto di chi è solo e il gemito di chi soffre, sanno essere dignitosamente umani, sanno accogliere la vita come dono di Dio e imparano dalla vita ad essere generosi, cioè: SIGNORI.