Giovedì 19 aprile, inaugurazione della biblioteca della circoscrizione Prato nord, presso la scuola media di via intitolata a Peppino Impastato, uomo libero ucciso dalla mafia.
Un grazie a voi studenti e a tutti coloro che hanno reso possibile questo gioiello nel cuore di un quartiere significativo come il vostro. Grazie ai volontari di Libera, del circolo Arci di Figline, all’Amministrazione comunale e a quanti l’hanno resa possibile.
Salutiamo i rappresentanti dello Stato nella persona del Signor Prefetto, del Signor Questore, del Comandante dell’arma dei carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia locale. Un grazie particolare alla Signora Preside e agli insegnanti e, infine ma non meno importante un saluto cordiale agli operatori dell’informazione giornalistica e radio televisiva. A tutti un grazie sincero.
Sono 600 i giornalisti minacciati seriamente nel nostro paese, e 200 quelli che vivono sotto scorta. Nella scorsa legislatura erano circa 100 i mafiosi rinviati a giudizio, alcuni già condannati e interdetti che, democraticamente eletti, sedevano sui prestigiosi scranni di Montecitorio e di Palazzo Madama; presto sapremo quanti ce ne abbiamo mandato il 4 marzo 2018. Credo che questo significhi qualcosa di molto serio e preoccupante.
Peppino Impastato uomo libero ucciso dalla mafia o dai nemici della Patria. Con lui e come lui, mi piace ricordare altre vittime come Giuseppe Alfano, Carlo Casalegno, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato, Walter Tobagi, Ilaria Alpi, Miran Hovratin.
Peppino impastato viveva a Cinisi, un paese a 30 chilometri da Palermo, feudo indiscusso del mafioso Gaetano Badalamenti, alle spalle dell aereo porto di Punta Raisi, allora; oggi Falcone e Borsellino. Dal suo paese, vedeva il mare. Era un uomo libero e portava nel cuore un immenso sogno: custodire la bellezza del suo paese e la libertà dignitosa dei suoi abitanti.
 Io credo che Peppino amasse volare; di certo volavano lontano la sua mente e il suo cuore. Vedete amici, per volare non servono necessariamente le ali; i polli e le galline hanno le ali eppure, non volano; svolazzano ma non volano. Per volare veramente serve avere un sogno bello nel cuore e una grande fame di cielo nell’anima e Peppino il sogno nel cuore ce lo aveva davvero bello e la sua anima era affamata di cielo e di libertà . Mentre i polli non hanno sogni nel cuore e hanno fame solo di vermi e lombrichi che beccano per terra. Un po’ come molti dei suoi compaesani, dei politici e degli intellettuali del tempo; e non solo a Cinisi! Beccavano! Ma non volavano! ( oggi invece???)
Era un giornalista innamorato della sua terra, affamato di cielo e di libertà , non si accontentava di raccontare la cronaca come piaceva ai mafiosi e ai corrotti; no! Lui cercava, indagava, voleva capire e far capire. Era il suo modo di amare la gente della sua isola. Era il suo modo di dire la verità .
 Mi chiamo Marco Natali e sono un prete, magari un prete da poco ma sono felice di esserlo e mi piace avvicinare Pepino a Gesù, un altro sognatore affamato di cielo che amava la sua gente e ne coltivava la libertà . Forse Peppino non era molto religioso ma aveva una grande fede, del resto neppure Gesù era molto religioso nel senso che non andava molto d’accordo con i preti del suo tempo. ( oggi invece chissà ???)
Sento di amare veramente il mio Signore, come amo tutti questi coraggiosi testimoni della verità e della libertà , Peppino, come Gesù era a volte tenero come un innamorato, a volte coraggioso come un eroe. Peppino come Gesù non si è mai fatto comprare, non si è mai fatto corrompere, non si è mai fatto intimidire, ha avuto Fede. Si amici, per lottare contro il male e, la mafia è un male, non basta il coraggio, ci vuole anche una grande fede, Fede in Dio, certamente ma, ci vuole anche fede nell’uomo, nella dignità , sacralità e grandezza di ogni uomo. Peppino, non odiava i mafiosi, come Gesù non odiava i peccatori; li volevano cambiare, li volevano convertire, volevano che tornassero ad essere uomini, ad essere veramente e pienamente, semplicemente umani. La disumanità di alcuni e l’indifferenza o la complicità di altri, hanno preferito ucciderli.
Nella chiesa di San Bartolomeo in piazza Mercatale, c’è un altare un po’ strano, ci sono 40 fotografie con delle mini biografie di 40 personaggi, uomini e donne non tutti credenti o, credenti a modo loro, che hanno in comune l’aver fatto della propria vita un dono, un nutrimento per la vita, la libertà e la dignità degli altri: lo chiamiamo l’altare dei giusti e ci sta pure il bel volto di Peppino Impastato. Patrono dei giornalisti e dei professori; quelli seri, s’intende!
Ci tengo a dirlo qui perché, con l’associazione LIBERA e con il patrocinio del comune di Prato, ( vero signor Sindaco che ci concederà il patrocinio??? – ha detto di si!! – ) in autunno sarà indetto un concorso fra tutti gli studenti delle scuole medie e superiori per fare, provarci almeno a fare, un po’ di giornalismo d’inchiesta e di denuncia circa le infiltrazioni mafiose e la corruzione nel territorio del comune e della provincia di Prato.
Vogliamo vedere fin dove arriva il coraggio dell’innocenza dei nostri ragazzi nel cercare e l’audacia nel denunciare. E poi vedere dove e come comincia la prudenza, la paura e la connivenza e il silenzio degli adulti. Chiediamo aiuto a tutti, in primo luogo ai giornalisti e agli operatori della cultura e dell’informazione pratese.
 Ci state?
 Noi ci siamo!