E se ritornassimo al “IN PRINCIPIO“?

Cari amici, a Gesù non interessa spostare avanti o indietro i paletti della morale, dare un disciplina alla vita; al Signore interessa ispirarla la vita, accenderla, rinnovarla. Per Gesù il Vangelo non è semplicemente una morale, ma una sconvolgente liberazione che ci prende per mano e ci accompagna dentro il sogno creativo di Dio: amatevi come io vi amo.

Gesù ci insegna a guardare l’amore non quando finisce ma quando inizia, là dove il sogno di Dio e i bisogni profondi e vitali dell’umanità si incrociano e, insieme decidono di lasciare il padre e la madre per divenire una vita dove i due imparano insieme, con amore, a diventare una carne sola.

Ci sono le regole, dicono i farisei. Certamente ci sono delle regole, anche se Dio, di regole, ne ha date poche. Tutto l’Antico Testamento si riassume nella consegna dei dieci comandamenti. Il Nuovo Testamento ci conduce a sperimentare la vita nel dono delle otto beatitudini e a due soli comandamenti, l’amore verso Dio e verso il prossimo; Gesù, al culmine del suo percorso terreno ci affiderà ad un solo comandamento: ”amatevi come io vi ho amato”.

Poi la vita si rivela complessa, spesso cambia e ci cambia e ci si accorge che le regole servono, anche se poi non bastano, e che io doni di Dio non si vivono, eneppure si comprendono, senza lo Spirito di Dio, che la vita umana non è banalmente roba da uomini, che l’amore non è semplicemente “cosa nostra” ma dono che viene dall’Alto e da un cuore più grande del nostro.

“È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie?“E perché non chiederci se: “È lecito ad una donna ripudiare il proprio marito? “. Noi non sappiamo sempre quando e come sia lecito. Sappiamo che accade, quasi sempre con molto dolore, con tanta sofferenza, sappiamo che a volte ci sono dei colpevoli, sappiamo soprattutto che ci sonovittime.

Abbiamo visto e benedetto le promesse di amore vero ed eterno di giovani ricchi di sogni e di progetti belli, che poi sono naufragati. Eppure, c’era tanta sincerità nei loro cuori, come sinceri i loro propositi; non sono durati. Tante ragioni sincere, tante motivazioni immature,difficoltà nonsuperate, mille distrazioni colpevoli o inconsapevoli, una infinità di gesti che, strada facendo, hanno indurito il cuore di uno o di entrambi, e scoprire, che le regole non bastano più.

Questo vale per gli sposi, questo vale anche per i consacrati, in questi giorni lo stiamo vedendo, con dolore, anche in casa nostra. Veramente le cose di Dio non riusciamo pienamente a viverle senza l’aiuto di Dio e, credo che più che le regole, sia necessario un cuore e una vita capaci di innamorarsi ogni giorno delle scelte che abbiamo fatto.

Scoprire che uno dei nomi di Dio è: ”colui che congiunge, colui che unisce“, come preghiamo nella veglia di Natale con il rosario islamico. “L’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto“ non dice una banale ingiunzione disciplinare, ma la grazia e l’agire di Dio verso di noi, come una profezia di comunione, unire e benedire è l’opera di Dio. Mentre il nome del suo avversario, del nemico dell’amore e della comunione è ildiavolo, cioè Colui che separa, il divisore.

Cari amici, Gesù porta il problema alla radice: non si tratta di ripudiare o non ripudiare, ma di tener vivo il respiro dell’origine, quando il cuore non era indurito e sapevamo sognare con Dio cose grandi, impegnarci ad alimentare, custodire, proteggere gesti e parole che fanno crescere l’amore e congiungere le vite, perché l’amore è fragile e affamato di molte cure.