Bisogno di trasfigurazione

Il nostro camminare insieme non è sempre facile; abbiamo imparato a viverci accanto, a capirci e a compatirci nelle nostre lentezze e nelle nostre fatiche, ma anche ad aiutarci a non arrenderci. I nostri sentieri non sono sempre lineari, a volte sono contorti; eppure, tutti ci portiamo dentro una grande certezza, un vero atto di fede: crediamo che per Dio, nessuno di noi coincide con il proprio limite e neppure con il proprio male o il proprio peccato, ma ognuno di noi coincide con le sue possibilità di bene e la volontà di realizzarlo.

Ecco perché siamo ancora qui, nonostante tutto; incamminati verso una meta alta, più grande dei nostri sogni, vicina al sogno di Dio per ognuno di noi.  Forse, dovremmo chiedercelo ogni tanto; qual è il sogno di Dio su di me? A quale missione il Signore mi chiama? Altrimenti più che vivere rischiamo di tirare a campare.

Sul monte Tabor, la forza della luce è tale da stordire Pietro che non sapeva quello che diceva. Il Tabor, monte della luce dove Gesù ci indica due strade da percorrere; sono strade quaresimali, che indicano una possibile primavera del nostro cuore:  la strada della preghiera e la strada del silenzio che si fa ascolto.

“  Gesù … salì sul monte a pregare. E mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto … “ Non tutti siamo giusti. Non tutti siamo all’altezza del nostro compito. Forse non tutti siamo in comunione vera con Dio. Ma tutti possiamo pregare, tutti possiamo dire a qualcuno, il credente lo dice al suo Signore:” Ho bisogno di te; ho bisogno che tu ti prenda cura di me “.

 Prega il povero e il miserabile, prega l’infedele e il cattivo, prega il ricco e il signore, prega il martire e, forse, prega anche il suo carnefice; per tutti la preghiera è strada di cambiamento possibile, di salvezza possibile.

Stiamo vivendo un tempo assurdo, stiamo faticosamente convivendo con una serie di guerre tanto stupide quanto feroci, anche se in troppi non riusciamo a diventare migliori, c’è un frammento di umanità, magari solo un frammento, che però ha il cuore marcio che ha scatenato e trae profitti da una guerra folle, come tutte le guerre, perché non esistono guerre sagge, non esistono guerre buone; mai! 

Il tempo di quaresima che stiamo vivendo, il bisogno intimo e profondo di trasfigurazione, deve  indurci a chiederci dove e come abbiamo sbagliato, dove si è creato il vuoto di coscienza e di intelligenza, dove si è bevuto e ballato con i criminali, dove  tutto si è ridotto a merce, dove si è perso l’anima della vita e del vivere, dove abbiamo smesso di guardarci negli occhi come fratelli e abbiamo imparato a guardarci come nemici, dove i bambini hanno smesso di suscitare tenerezza e i vecchi di ricordarci la pietà e tutto, tutto crediamo di poter vendere e comprare come se tutto fosse cosa. Allora forse sapremo dire con sincerità:” Signore aiutaci”.

Oggi, risuona solenne, anche per noi, la voce del Padre che  dice“ … ascoltatelo …”.  È la seconda volta che il Padre  proclama Gesù suo figlio amatissimo.  Ora dice a tutti questo verbo imperativo: ascoltate lui.

È il tempo, amici carissimi, è il tempo che ognuno di noi impari ad ascoltare, certamente la voce che viene dal cielo ma anche il gemito, il canto, il pianto che sale dalla terra e chiede di essere ascoltato, come il grido dei disperati che con troppa disinvoltura  lasciamo affogare, a volte nelle acque del mare in tempesta, a volte nelle sabbie del deserto, altre volte nei lagher degli Stati canaglia, oppure nel mare della nostra indifferenza, senza  alcuna pietà, orfani come siamo di vera umanità.

Ora, tutto ciò che il Padre ha da dire alle attese di ogni uomo e di ogni donna, la risposta unica ed esauriente di fronte ad ogni richiesta, grido di aiuto o protesta verso il cielo, è Gesù. Parola eterna fatta umanità, fatta carne nella nostra carne, è la risposta di  Dio al grido dell’umanità L’ultima parola che Dio pronuncia per noi e per tutti è: “ Ascoltate Lui, Gesù il Cristo è la risposta di Dio all’umanità.

Siamo chiamati a chiederci cosa significa oggi, usciti da questa chiesa e tornati nella nostra quotidianità, cosa significa ascoltare il Signore, ascoltarlo veramente nell’intima profondità della nostra anima, nell’annuncio che risuona nelle chiese e nel grido di tutti gli oppressi che invocano liberazione.

Tornati a valle e raggiunti  gli altri discepoli, riprenderanno il cammino verso Gerusalemme dove la Parola fatta Carne dirà le sue parole ultime e definitive. Perché la verità non risplende solo sulla montagna della trasfigurazione ma nel cuore ferito, nella fatica e nelle sofferenze umane, di allora e di sempre; nei nostri inferni e nei nostri lutti, nelle nostre guerre, ma anche nelle nostre speranze, nei nostri sogni migliori e nella fatica di renderli storia viva.

Sarà un altro monte, non molto alto ma abbastanza elevato perché il crocifisso sia visto dalla città degli uomini. E vale anche per tutti noi il fatto che: la croce senza la trasfigurazione è cieca e assurda; la trasfigurazione senza la croce è vuota e inutile.

E sappiamo che Gesù non è stato l’unico crocifisso della storia, che la sua non è stata l’ultima crocifissione. E che tutti i crocifissi hanno bisogno, come lui, che il loro volto e il loro dolore siano trasfigurati.

È il Signore della misericordia che salva tutti e da un senso salvifico ad ogni nostro impegno. Annunciare a tutti i crocifissi che la risurrezione è prossima e a tutti i fragili peccatori che la trasfigurazione è possibile.